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Ritratti ad olio

Buongiorno amici.

Se siete qui a leggere significa che siete degli affezionati e dunque a voi vanno i miei più sinceri ringraziamenti.

È da circa un anno che non passo da qui e chi l’avrebbe mai detto che la voglia mi sarebbe tornata proprio alle 13:08 di un mercoledì di maggio che sono sul bus per tornare a casa.

Non ci sentiamo da tanto qui ma se mi seguite sui social sapete che mi sono data all’ippica! No scherzo, mi sono data alla pittura, quella con la P grande che fa un po’ paura perché è fatta di solventi e tele e colori difficili come quelli ad olio.

Ho scoperto poco più di un anno fa facendo un corso online di avere una certa predisposizione a questa tecnica. Ho provato da principio con un autoritratto perché mi immaginavo cose oscene che nessuno avrebbe digerito, pensavo: “faccio me per iniziare così non devo chiedere scusa a nessuno”!

E invece.

La pittura ad olio è una tecnica che conosco poco e sono certa che ho fatto moltissimi errori ma mi ha dato nuova linfa in un momento di vuoto creativo dovuto ad una certa saturazione nei confronti delle scariate tecniche già provate.

Ed è stata la volta dei miei nipoti, di mio marito, dei miei fratelli e … Dei miei gatti! Mamma e suocera ovviamente e per finire papà.

E dunque è andata così. Scusate ancora l’assenza ma avevo da vivere questa nuova avventura, fatta di facce espressioni e occhi che si formano dal nulla sulla tela e che ti fanno emozionare e anche disperare quando pensi che stai facendo solo un gran pasticcio. Adesso posso dire che esiste una me pittrice che aspetta il momento giusto per potersi esprimere.

Se vi va lasciatemi un commento.

A presto, ma non prometto niente.

Tra borghi e contrade. Illustrando “The Puglieser”

Come ormai da abitudine i post sul blog sono molto rari ma, almeno, per me molto significativi e in questa mia estate, quasi al termine oramai, dedicata alla casa, ai progetti di ristrutturazione del trullino, ai gatti e a poco altro, posso dire almeno di aver portato a casa anche un paio di gioie creative. Oggi vi racconto la prima.

Forse a qualcuno diranno qualcosa questi titoli: “the parisianer” “the milaneser” o “the neapolitaner”…: sono magazine fittizi, nati per emulare “the New Yorker”. Fittizi perché di queste testate esiste solo la copertina.

Potrebbe sembrare bizzarro fare questo esercizio creativo di immaginazione di un giornale inesistente partendo dalle immagini, ma in effetti non lo è se si considera che il New Yorker è anche molto famoso per le sue copertine, che sono un caso quasi unico di copertine di newsmagazine disegnate. Sono realizzate ogni settimana da un artista diverso, scelto tra collaboratori storici ma anche tra illustratori nuovi ed emergenti e sono rinomate per la loro cura e bellezza. Le copertine hanno raccontato, nei quasi cento anni della rivista, il passare delle stagioni, le feste e gli eventi e i cambiamenti sociali della città di New York, dell’America e del mondo.

E siamo arrivati al punto. La sfida è quella di rappresentare con delicatezza, umorismo o malinconia scene di vita quotidiana, luoghi iconici, il passare delle stagioni, usi e costumi, i tempi che cambiano e che nel nostro caso diventano della Puglia tutta, da nord a sud, unificata in un’unica un’identità, la pugliesità.

Ad oggi siamo a circa 70 copertine illustrate già pubblicate, tutte declinate in base alle personalità e al gusto degli artisti. Puoi vederle tutte qui

Il progetto mi ha conquistata molto presto ma solo andando avanti con le settimane ho iniziato a pensare di poter partecipare anche io con una mia illustrazione.

La mia idea era quella di rappresentare la Valle dei trulli, areale più esteso che include la rinomata Valle d’Itria, e che comprende le tre province di Bari, Brindisi e Taranto laddove con estrema grazia si incontrano. La mia illustrazione è un tributo ai borghi e alle contrade che tanto del mio cuore hanno conquistato con quel loro modo unico di creare il connubio tra campagna e città.

È il momento di salutarci, voglio lasciarvi con la descrizione del mio disegno:

Tra borghi e contrade. Il paesaggio pugliese delle Murge sud orientali o Murge dei Trulli, disseminato da centinaia di Contrade e da una manciata di candidi Borghi, rappresenta il mio luogo dell’anima. Qui si realizza spontaneamente quella convivenza, che altrove sembra così difficile, tra popoli e campagna, tra persone e natura, e al contempo questo connubio genera un territorio di una grazia unica, di una semplicità fiabesca. Tutt’intorno i colori ricorrenti sono il bianco della calce viva, il verde del leccio, del fragno e della roverella, il rosso della terra, orlati da un labirinto di piccole strade delimitate da chilometri di muretti a secco, dove perdersi con il sorriso sulle labbra e dove io ritrovo ogni volta la Puglia de “Il pensiero meridiano”. L’equilibrio di questi luoghi ti conquista, c’è una misura diversa nelle cose, che risponde alla dimensione della mano che l’ha creata con il tempo e col sudore. I Borghi candidi, le chiesette rurali, le cummerse, le lamie, le pagliare, le torrette ostunesi, le edicole votive, tutto è parte di una suggestione continua che da pinete, boschetti e vigne, da uliveti e campi coltivati, declina dolcemente verso le acque cristalline dei nostri due mari.

Fatemi sapere se vi piace il progetto, e se avete riconosciuto un certo gattino bianco e nero nella mia illustrazione, che assieme a tutte le altre potete acquistare online. A presto per il secondo progetto dell’estate 2023.

William Morris e il movimento Arts and Crafts

Forse non tutti sanno che… quando ho scelto il nome del mio blog avevo in mente la frase “arts and crafts”. Oggi, a distanza di quasi dieci anni è il momento di scoprire di cosa si tratta.

Il movimento “Arts and Crafts” prese forma in Inghilterra durante l’epoca vittoriana ad opera sopratutto di William Morris, artista e scrittore. In un momento di esplosione della rivoluzione industriale in cui si cominciava a vedere come questa entrasse nelle vite della gente, modificandone le abitudini, compresi i gesti e gli oggetti domestici, ora affidati alla produzione in serie, lui si contrapponeva a questo cambio generazionale, rifiutando l’ingerenza industriale nella decorazione e nell’architettura. Per Morris occorreva ritornare all’artigianato e al lavoro manuale oltre che conferire agli artigiani il rango di artisti. Per questo nella sua vita egli ha incoraggiato la rinascita dell’artigianato e in particolare in relazione alle arti più tradizionali come la pittura su vetro e su carta da parati.

Ed eccoci arrivati all’oggetto delle mie immagini. Morris è stato autore di meravigliosi disegni, floreali e naturalistici, ne produsse più di 600, destinati a stoffe per arte da parati, ispirate a tavole medievali e per le quali usò tinte naturali e procedimenti scoperti in un libro del XVI secolo (questi stupendi motivi sono tuttora un marchio concesso, su licenza, alla Sanderson and Sons and Liberty di Londra).

Assieme alla lotta per tornare a produrre oggetti artigianalmente, rifuggendo la produzione in serie, Morris condusse anche una un’altra battaglia parallela: l’arte avrebbe dovuto essere accessibile a tutti, e inoltre le cosiddette “arti applicate” avrebbe dovuto ricevere lo stesso riconoscimento e la stessa dignità di cui godevano la pittura o la scultura.

Oggi gli oggetti e le case in stile “Arts and Craft” sono ampiamente apprezzate e rivalutate in UK, così come i pattern di Morris che mi hanno tanto conquistata e che paradossalmente sono entrati a tutti gli effetti nella produzione in serie, proprio come le mie due stampe, una su tela e una su carta.

In Morris si univano amore per il passato e amore per la natura; per questi due elementi così fortemente in comune con me, io trovo questo artista geniale e genuino al contempo.

Se volete approfondire il tema vi consiglio la visione di questo video di Artesplorando. https://youtu.be/fxXGrhYO9H8

I quadretti della murgia

Caro blog luglio è arrivato e quasi se n’è andato, portandomi il più grande fermento organizzativo degli ultimi anni: il trullino, che oramai è una realtà, da mettere in forma per l’estate, per farci godere l’agosto che tanto abbiamo desiderato, e meritato. E così ogni giorno è scandito da un elenco di oggetti da portare, cambiare, migliorare e ripulire per creare un nido accogliente per noi e per tutti gli ospiti che vorranno venire; poi con l’autunno si penserà alla vera ristrutturazione sopratutto dell’area esterna. Ma questa storia, emozionante e ancora lunga da scrivere, non è il motivo per cui vi scrivo oggi.

Torno infatti per condividere un progetto molto carino fresco ed estivo che ho realizzato negli ultimi giorni.

Dolce murgia : acrilico su legno

Ho eseguito alcuni piccoli dipinti su quadrati di legno massello che tempo fa mi ero fatta tagliare da Leroy Merlin. Dodici. Ma avrei potuto continuare tanto mi sono venuti di getto. Solo pochi colori, molto desaturati, con una predominanza di verdi e azzurri…

Li ho pensati tutti simili, per dare una sensazione di totale armonia e semplicità come è la nostra murgia pugliese.

Cespugli e vegetazione bassa, declivi gentili e cieli, tanta aria qualche pietra … molti orizzonti aperti.

Ho voluto creare un effetto a metà strada tra la delicatezza di un acquerello e la corposità di un olio, ma usando semplicemente gli acrilici. Il risultato sono 12 scenette bucoliche (una sola marina per la verità) perché appunto il mio era un tributo alla campagna.

Alla prossima esperienza creativa, buona estate!