La GdD: Roundup of my summer crafts.

In questi mesi estivi ho portato a termine diversi progetti e ne ho intrapresi molti altri. Mi guardo intorno e dico “wow però! dai…” Quindi (anche se resta sempre un po’ imbarazzante) oggi parliamo un po’ di me.


Dopo esattamente 365 giorni dal suo inizio ho portato a termine la #365doodleswithjohannafritz challenge con questo doodle finale dal tema “we made it”. L’impresa di disegnare uno schizzo al giorno non era da poco, e solo una piccola parte dei partecipanti è arrivata alla fine; nel mio caso i doodle sono diventati digitali, grazie all’uso di programmi per il disegno che ho installato sul mio cellulare (samsung note 4) Una vera svolta che mi ha consentito di disegnare sull’autobus, in fila alla posta e anche stravaccata sul divano 😉 (altri doodle li trovi sul mio profilo Instagram)365doodleswithjohannafritz my last doodle


Dopo moltissimo tempo quest’estate ho ripreso in mano i  pennelli e finalmente terminato di dipingere una tela che ora va a completare il trittico di quadri dedicati alla Puglia e ai Trulli da me amatissimi. L’idea nasce da un ricordo di infanzia, quando in campagna “al trullo dello zio” noi bambini eravamo liberi di arrampicarci sui ciliegi (e mangiare fino al mal di pancia direttamente dai rami) mentre gli adulti zappettavano la terra, accendevano il fuoco e cucinavano.wp-1471166983304.jpg


In questi mesi ho guidato la metamorfosi delle piantine motivazionali in piantine Frida. Rosa perché sinonimo di femminilità ma “sopraccigliute” colorate e fiorite come Frida, simbolo di quella femminilità che abbandona gli stereotipi e abbraccia il fascino dell’originalità di ogni personawp-1471166397744.jpg


Una nuova impresa: ho iniziato la produzione di accessori e per il momento sono nate “le Pale” ciondoli in legno dipinti a mano. Sono ancora una testimonianza del mio amore per il Sud e le sue tradizioni, come quella, diffusa tra i contadini, di appendere pale di fico d’India cariche di frutti sui muri delle loro case, trulli o masserie, nell’attesa di poterli mangiare una volta maturi, inconsapevoli dell’effetto decòr che ne scaturisce e che io trovo magnifico!wp-1471107362138.jpg

E’ tutto ma… solo per adesso!

La gita della domenica: botanical style e storia triste di un erbario

Buona prima (temporalesca) domenica d’agosto.

Deve esserci davvero qualcosa tra me e gli erbari. Una nostra lovestory.  E’ giunto il momento di renderla pubblica perché noi non ci vergogniamo del nostro amore; un amore che risale ai miei anni universitari, quando, nelle polverose aule dell’orto botanico del Campus, maneggiavo i pesanti volumi delle chiavi dicotomiche guardando allo stereoscroscopio parti di fiori. Un esame, quello di botanica II, che mi ha portata a realizzare oltre quindici tavole con piante spontanee della mia zona. Purtroppo l’ Università ha trattenuto le più belle e io non ho mai smesso di provare rammarico perché pregustavo il momento di incorniciarle ed esporle, sfoggiando uno stile che oggi, a distanza di (haemmm) quindici anni, è di grande attualità come mostrano in queste immagini meravigliose che ho raccolto.

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Ma la nostra sfortunata storia d’amore è continuata per finire in modo ancora più drammatico. Io e le mie tavole d’erbario ‘superstiti’ siamo tornate a casa, le ho conservate in una cassapanca aspettando il momento di sapere come e dove esporle. Ma la tragedia era dietro l’angolo. Quando le ho riesumate ho trovato solo polvere. Amen. Ora so che la conservazione non è affatto semplice. Acari, pesciolini d’argento muffe e persino alcuni coleotteri, banchettano allegramente con gli erbari.

A prova di degradazione e più ecosolidali, ma con un effetto decorativo simile e più accattivante e moderno, ci sono anche acquarelli, stampe, tavole di botanica e carte da parati!

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to be continued…